A proposito di funerali, memorabile è stato quello dello zio Runo.
Era l'estate di una decina di anni fà (non ricordo bene l'anno) e, tanto per cambiare, era ricoverata in ospedale, la mia cara mammina Natalina, al geriatrico. Faceva un caldo esagerato. Ed io ero un pò rintronata (più del solito).
Mio papà era andato a trovarla all'ospedale, era il primo pomeriggio.
Ricevetti una chiamata da mia cognata che mi disse: "ha telefonato tua cugina Ita, dicendo se qualcuno va ad aiutarla ad alzare lo zio Runo, perchè è caduto e lei e la badante non riescono ad sollevarlo (ovvio, essendo peso morto).
Allora, allertai il sant'uomo di Giggino che si recò velocemente (contrariamente alla sua natura) a prestare soccorsi.
Dopo un tot, mi chiamò e mi disse: "sai, lo zio Runo, è morto!".
"Cacchio" (faci io, vabbè non ho detto proprio cacchio ma quasi).
"Però, il problema non è tuo zio Runo, ma tua cugina Ita, perchè non vuole credere che sia morto, nonostante siano intervenuti quelli del 118, e ne abbiano constatato il decesso". "Continua a fargli il massaggio cardiaco (era una infermiera prima di andare in pensione) e sono molto preoccupato, vedi se riesci a trovare il dottor Figo perchè venga e la faccia ragionare".
Tanto detto, tanto fatto.
Prontamente chiamai il dottor Figo (medico di famiglia) il quale, una volta appresa da me la notizia,così commentò: " Eh, tè credo che l'è morto, con la polmonite sò fiola no là volù portarlo all'ospedal e par quanto riguarda gli antibiotici, neanche a parlarne...el minimo che podea tocarghe l'era quella de morir!" (trad. forse sarebbe stato meglio ricoverarlo prima che tirasse nà brena).
In ogni caso, il dott. Figo, effettuò un altro sopralluogo, riconstatando il decesso dello zio Runo, che aveva, comunque, la bellezza di oltre novant'anni!
A quel punto, Giggino, richiese il mio intervento, dal momento che nemmeno con due certificati medici di decesso, la cucina Ita, smise di praticargli il massaggio cardiaco.
Diodellamadonna, non dimenticherò mai la scena:lo zio Runo, maglia maniche lunghe di lana e mutandoni di lana, occhi azzurri bellissimi spalancati, stenco a bocca aperta, deposto su un materasso in una camera con le finestre chiuse, sigillate con il nastro adesivo, come nei film di Dario Argento.
E mia cugina Ita, china sopra il padre, che gli comprimeva il torace. Lo zio Runo, poveretto, ad ogni pressione sul torace, emetteva una sorta di rantolo, ovviamente non nella ricerca disperata di aria, ma semplicemente per una questione meccanica. Però faceva senso....
Nel tentativo di far rinsavire la cugina Ita (tempo sprecato) la invitai a cercare un degno vestito per il padre, in attesa di quello delle pompe funebri, sottolineando anche il fatto, che lo zio era proprio stenco e forse era meglio lasciarlo andare...
La cugina (mica stupida) mi propose:"Io cerco il vestito perchè sò dove mettere le mani, ma tu intanto prosegui con il massaggio cardiaco!".
Ovviamente, rifiutai la proposta.
Finalmente arrivarono quelli delle pompe funebri ed un'amica della cungina Ita.
Subito si adoperarono per arieggiare l'ambiente, onde evitare, testuali parole "che mora qualche altro" (dato il caldo afoso). La cugina Ita, aveva sigillato col nastro adesivo le finestre, appresi in seguito, per evitare pericolose correnti d'aria, molto nocive per la salute, a suo avviso, quando fuori ci sono 40 gradi.
Insomma, appena arrivata la sua amica, la guardò e le disse "L'è morto!" (era da due ore che glielo stavamo dicendo, della serie quello che dici tu mi entra da un'orecchio e mi esce dall'altro).
Finalmente, lo zio venne preso in consegna da quello delle pompe funebri e posto (lo appresi due giorni dopo, al funerale) in una sorta di cassa da morto-frigorifero.
E ce ne tornammo, Giggino ed io, un tantino scossi a casa nostra.
A mia madre non sapevo come dire che, il fratello di sua madre, era passato a miglior vita.
Così, per sdrammatizzare, la sera quando andai in ospedale le dissi:
"Madonna che caldo che fà oggi, ci saranno 40 gradi, ne sono successe di tutti i colori, si è rotta la lavatrice, la televisione e, per finirla, è persino morto lo zio Runo!".
Due giorni dopo, al funerale, l'apoteosi della demenza!
Eravamo nella camera ardente (mica c'era il fuoco perchè si chiama così?) e la cugina Ita, mi si avvicinò e mi disse ad un orecchio "Non sarà mica morte apparente, vero?"(lo zio era nel frigo da due giorni).
Non so, ma penso di averle detto, "No, non è morte apparente, è morte di un parente"
E poi, come nei film di Fellini, il trasporto della salma in chiesa.
Con la cugina attaccata al maniglione del carro funebre, dietro, a piedi.
E con quello che guidava il furgone che non se ne accorse. Ed accellerava. E la cugina Ita che non mollava la presa. E cominciava a correre. A correre. E rischiò di essere trascinata per strada.
Zio Runo, penso sarai comprensivo con me e non me ne vorrai, se quando ripenso al tuo funerale, mi viene ancora da ridere.....
Un bacio
Anna
BUONE FESTE
5 anni fa
2 commenti:
Sai cosa....penserai che sono una scema..... ma dovresti scrivere un libro..... saresti anche bravissima come sceneggiatrice di film....pensaci
baci
Cara Patty, sono contenta che tu abbia apprezzato il racconto del funerale di mio zio (fratello di mia nonna). Ti assicuro che quello che ho scritto è proprio vero, anzi...ho tralasciato alcuni particolari un tantino "pulp", per non sconvolgere gli animi degli eventuali lettori.
Purtroppo, date le mie merdose condizioni di salute, non tutti i giorni mi sento in vena di sparare "cazzate" e non vorrei diventare troppo una lamentona. In ogni caso, se riesco a sopravvivere, tutto può essere!
Un bacio alla mia più affezionata "lettrice" d'oltralpe!
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