Il mio amato fratellino SERGIO, (per modo di dire, fratellino visto che aveva 12 anni più di me ed era alto oltre il metro e novanta), ve lo descriverò meglio in seguito, ha trascorso molto tempo in ospedale.
E, chiaramente, la sua famiglia ed io, abbiamo trascorso molto tempo in ospedale accanto a lui.
Tanto per restare in argomento SANITA’ e dintorni, prima di procedere con gli elogi della stessa (doverosi, nel caso di specie, come capirete in seguito), vi volevo raccontare una storia e togliermi un peso che ho sulla coscienza, e sullo stomaco, una volta per tutte.
Nel suo lungo pellegrinaggio da un ospedale all’altro, in particolare, il mio amato fratellino, ha passato un certo lasso di tempo (evidentemente troppo) in un certo reparto, in una certa città, sotto le cure di un certo dottor X.
Ed ancora adesso, quando ripenso a quel certo dottor X, mi girano le palle come delle eliche.
Perché era un vero stronzo. Uno di quelli che vi auguro di non incontrare mai. Uno di quelli che non so perché facesse quel mestiere, se non per i soldi […] (omissis perché, rileggendo, mi sono accorta che avevo davvero esagerato….)
L’unico, che è riuscito nell’eroica impresa di fare piangere mio fratello, trasferito dalla “sua” camera di competenza, con trasfusione attaccata e flebo e 40 di febbre, poiché “paziente a lui non gradito” e candidato all'obitorio, scaricato pertanto nella camera di competenza di un altro medico (anche questo te lo raccomando).
Insomma, proprio un bel repartino di merda.
Tanto premesso, dopo un anno circa dagli eventi sopra descritti, un giorno mi trovavo nell’anticamera del mio medico di famiglia, quasi coetaneo, belloccio e simpatico (e vi dirò di più, anche sufficientemente competente) e stavo chiacchierando con una signora, in attesa del mio turno per entrare.
La signora, vedova, aveva condiviso con me l’esperienza di frequentazione del summenzionato reparto e del summenzionato dottore.
E se io ero un tantino risentita, lei era una vera e propria iena, tanto che mi disse: “Ha sentito che è morto il dottor X?”
“Si” le risposi io.
“E lei lo sa perché è morto?”
“No” le dissi io.
“Bene, glielo dico io perché è morto: è morto per tutte le maledizioni che gli ho mandato io!!!”.
“Mio Dio signora” le dissi infinitamente sollevata “sapesse che piacere che mi fa sentire queste sue parole!!!! Perché vede, avevo paura che fosse morto a causa di quelle che gli avevo mandato io!”.
Alleggerita di una decina di chili, sono quindi entrata dal mio medico e gli ho raccontato quanto avevo appreso.
Mi ricordo che lui disse: “Hei, signore, con me tutto bene vero?”.
Caro dottor x, sono passati oltre dieci anni: i tuoi parenti ti ricorderanno con “immutato affetto”, non me ne volere se io ti ricordo con “immutato giramento di coglioni!”.
Olè
BUONE FESTE
5 anni fa
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