Stasera le ho provate tutte: bagno rilassante con molta schiuma, (al borotalco), letture frivole (lo sapevate che Carlo e Camilla le stanno provando tutte per ritrovare l’armonia di coppia e che Carla Bruni ha un pancino sospetto?), parole crociate, sedano con l’aceto balsamico, alprazolam 30 gocce, talidomide una compressa, come al solito, ma….niente, qua no sé dorme!
E allora mi è venuto in mente di scrivere di quella volta che lavoravamo ancora nel palazzo di vetro. Quarto piano. Nell’ufficio di Max. Non so se vi ho mai parlato di Max. Lui era compagno di scuola di Giggino ed ha sposato Susi tantissimi anni fa. Si racconta che l’abbia sedotta a 14 anni. Roba che adesso lo metterebbero diritto filato in galera. In ogni caso, il matrimonio funziona ancora benissimo ed hanno avuto un figlio. Sono ancora l’uno gelosa dell’altra che fanno persino quasi rabbia. Se Max ha il muso, di solito è perché la moglie è o dove uscire a cena, solitamente con i colleghi. Susi soffre di una specie di gelosia anche retroattiva, persino per la prima “morosetta” del marito, della quale, ovviamente si sono perse oramai le tracce da diversi decenni…figuriamoci per le gnocche che girano adesso…specialmente quelle con il culo a mandolino….
Comunque sono belli insieme, quasi un po’ “demodé”.
Max, io l’ho soprannominato “boccaleso”. Lo so, non esiste tale parola nel dizionario ma era per rendere l’idea di una persona che parla molto poco (io, ad esempio, sono un tantino audiolesa, perché ci sento un po’ meno).
E poi, perlamadonna, se la Maria De Filippi, ha introdotto nel vocabolario una parola come “tronista”, (riferendosi a dei fustacchioni che sono seduti un trono per farsi corteggiare da variopinte gnocche, che a me mi girano le eliche al solo pensiero che possano esistere programmi sì tanto demenziali e così tanta gente che li guardano) potrò io, così, tra amici, avere coniato una parola come “boccaleso” per dare l’idea di una persona restia a parlare, si o no?
Insomma, Max è sempre stato “boccaleso” e, in effetti, essere un tantino riservati, va anche bene. Lo dice una che di riservato non riesce a tenere nulla o quasi.
Erano le 17 o le 18 di un giorno x in una giornata y ed io mi trovavo in ufficio da sola, al quarto piano nel palazzo di vetro. Ad un tratto suonò il campanello ed io mi recai ad aprire la porta. Mi si presentò davanti un signore, distinto a dire il vero, mai visto e pertanto sconosciuto che mi disse: “ACCADI’”.
Io rimasi veramente interdetta al punto tale che, lì per lì, stavo per rispondere a tono con un “PUTTANAEVA” o “IOPORCHIGNO”.
Ora spiego per i non-Veronesi: “ACCADI’” che si scrive H dì, dalle nostre parti, è una parolaccia, una specie di mini-bestemmia. Dove H sta per vacca e dì, per colui che ci ha generato. Solitamente la dicono i vecchiotti o proprio i ragazzotti sboccati ed un tantino grezzotti.
Mettetevi nei miei panni, suonano alla porta, apro e uno mai visto mi dice una simile parolaccia, cosa pensate abbia fatto?
Evidentemente una faccia da scema sbalordita, tanto che il Signore sconosciuto aggiunse subito dopo: “Vedo dalla sua faccia, che lei non è stata informata….”.
Max, il “boccaleso”, non mi aveva informata di avere affittato ad una società che di nome faceva, appunto, ACCADI’ (o qualcosa del genere) una parte dell’ufficio.
Dettaglio trascurabile. Ancora adesso vuole avere ragione. Dice che il signore ACCADI’, si è presentato un giorno prima del previsto…
Insomma, Susi però mi da ragione in pieno.
Vabbè essere riservati, ma a tutto c’è un limite.
E’ che oramai Max resta e resterà boccaleso, ed io resto e resterò logorroica ed audiolesa.
Amen
VOCABOLARIO VERONESE GARSANTI (per gentil concessione di chinonsochisiachel'abbiascritto a riprova che i "veronesi iè tutti mati!")
Traduzione dialetto veronese –> italiano:
* Càgon. Caccone, colui che espleta funzioni escretorie
frequentemente; persona vanitosa, boriosa Stò bùtin l'è 'n càgon! (Questo
bambino continua a defecare!). Basta far el càgon e sbàssa le rècie! (Basta
pavoneggiarti e stai più con i piedi per terra!)
* Càssar. Inserire con forza, con violenza (cazzare): Ma va a fartelo
càssar (ma vai a fartelo inserire violentemente; figurato dispregiativo) –
Variante: va a fartelo stra–càssar (ancora più violentemente). Ah...i me
l'ha càsà ne l'organo (ah...mi hanno gabbato)
* Casso. Termine volgare con il quale si identifica l'organo maschile;
altresì usato come intercalare durante discussioni o dialoghi informali. :
Casso, dal bòn? (Accidenti, davvero?). Col casso che pago! (Non ho alcuna
intenzione di sborsare quella cifra!) No te capissi un casso (non capisci
niente). Te me stè proprio sul casso (mi sei proprio antipatico!)
* Chetacagà. Trad. lett. Colei che ti ha generato. Espressione tipica
utilizzata come intercalare durante diverbi, dialoghi informali,
discussioni: Chetacagà! (Accidenti!) – Ma va in cul, chetacagà! (Ma dai,
lascia perdere!) – Vien qua...chetagagà! (Vieni qua...non farti pregare!) –
Variante: Chetastracagà! (Accidenti, maledizione!!)
* Còa. Coda: prolungamento della spina dorsale che pende di massima
dal corpo dei quadrupedi, nel lato opposto al capo, dove finisce la schiena;
in senso figurato anche l'attibuto maschile: G'ho pestà la còa al can (ho
pestato la cosa al cane) – I m'ha dìto che el Cioci el g'ha 'na còa
impressionante! (mi hanno detto che il Ciocci ha un pene molto lungo!)
* Cojon (plur. cojoni). Volg. testicolo/i; di persona tonta, ingenua,
: Sèntandome me son s–chisà un cojon (Sedendomi mi sono schiacciato un
testicolo) – Te sì un cojon! (Se uno sciocco!) – Che faccia da cojon! (Che
espressione da ebete!) – Ho ciapà 'na sbàlonada nei cojoni (Ho preso una
pallonata nei testicoli) – Ghe n'ho i cojoni pieni (Sono proprio stufo) – Te
m'è rotto i cojoni (Mi hai stufato) – Durante un'accesa discussione: "Sti dò
cojoni...!" (Ma ti puoi immaginare...!) – spacacojoni (Rompiscatole)
* Hdì (pron. accadì). Esclamazione (da Vaccadì): Hdì i m'ha inculà el
Ciao (Perbacco mi hanno rubato il motorino) – Hdì che gnòcca (Accidenti che
graziosa fanciulla) – (piantando un chiodo con il martello) Hdì che s–chisòn
al dèo (Santo cielo che pressione violenta al dito) – Hdì ho perso el quàia
(Noooo, ho perso il portafoglio)
* Imbugà. Appesantito, congestionato, con sintomi di indigestione:
Cassò, ho magnà come un mas-cio e me son imbugà! (Accidiavolo ho mangiato in
modo scriteriato e penso di essere in preda ai sintomi tipici di una
indigestione) – Vaccadì,te còri come se te fossi imbugà: animo vecio!
Perbacco, corri come se avessi appena finito di mangiare il pranzo di
Natale: orsù muoviti!
* Ovi. Uova; volg. testicoli: La gàlina ancò l'ha cagà fòra trì ovi
(La gallina ha oggi ha fatto tre uova) – Te mìè rotti i ovi (Mi hai stufato)
– Me casca i ovi (Sono demoralizzato) – Tòcate i ovi (Lascia stare le mie
cose)
* Ròjon. Donna senza classe, con atteggiamenti equivoci, tipici da
prostituta.: Vàrda la Gina: l'è proprio un ròjon! (Guarda la Gina: ha
l'atteggiamento tipico delle prostitute!) – Che bèl ròjon! (Che ragazza
appariscente, poco elegante, ben dotata, un pò volgare e sgraziata ma ideale
per unabottaevia!)
* Rùmar. Cercare con foga tra vari oggetti, selezionare : Pròa a rùmar
ne le sgàuie (Prova a cercare nelle immondizie) – E rùmar da 'n altra parte?
(E cercare altrove?) – Ma rùmate i ovi (Ma cerca tra le tue cose) – Prov. Ci
rùma càta ossi (Chi cerca trova) – Rùmarùma (bancarelle che vendono tutto a
poco prezzo)
* Rùto. digerire emettendo forte rumore, di persona/cosa non bella: Ho
tirà 'n rùto che ho rebaltà mi zìo (Ho digerito talmente forte che il
fratello di mio papà è caduto dalla sedia, in senso figurato) – La tò morosa
l'è proprio un rùto (La tua morosa non è assolutamente paragonabile ad una
modella!)
BUONE FESTE
5 anni fa
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