Non sono mai stata granché religiosa. Praticante si, mio malgrado. Mia mamma, soleva costringermi col ricatto psicologico (se no te vè in cesa, moro. Trad.: se non vai in chiesa muoio), ad andare in chiesa, tutte le santissime domeniche, e devo dire che, per me, è sempre stato un incubo. Ma veramente, perché dalle elementari mi sono sempre fatta un tot di seghe mentali, da quella famosa (ovviamente, famosa per me) volta che persi i sensi e svenni, mentre alla cattedra, davanti alla maestra Torradi, stavo leggendo ad alta voce “La capanna dello zio Tom”.
Lo so, adesso vi starete domandando se la metastasi sia arrivata al cervello. Calma ragazzi, a tutto c’è una spiegazione, altrimenti che seghe mentali sarebbero, quelle sopraccitate?
E’ che da quella volta, ho sempre avuto ed ancora adesso ho, il terrore di svenire; in particolare, di svenire quando sono costretta a stare ferma, in piedi, in luoghi affollati, come lo è solitamente appunto, la chiesa o durante un’interrogazione (come in effetti mi è successo, in quinta elementare, sempre con la maestra Torradi, che Dio l’abbia in gloria, ma che cerchi di tenermela lontana, please).
Ogni volta mi mettevo in fondo alla chiesa, vicina alla porta pronta alla fuga. E mi facevo di quelle pippe pensando che avrei interrotto la cerimonia religiosa, che tutti si sarebbero girati, che avrei fatto una pessima figura, magari perdendo anche il controllo degli sfinteri……
E avrebbero dato l’annuncio in prima serata alla televisione “lo svenimento della Annamaria, durante la solenne celebrazione della santa eucaristia, da parte dell’arcivescovo del vescovado….”, e via dicendo…
Detta così, appare una cosa veramente cretina: pensate invece che ancora oggi, a 48 anni, non mi è del tutto passata. Più tardi appresi la verità: trattasi di normalissimi (per modo di dire, ovviamente) attacchi di PANICO (o di manico, come ha giustamente detto “sconsolata” a Zelig). Evidentemente, essere costretta a fare qualcosa contro la mia volontà (come andare in chiesa) più tutta un’altra serie di solite cose tipo, invidia del pene, odio-amore nei confronti dei genitori, mancanza di orgasmi multipli, carenza affettiva, dieta, mammelle troppo sviluppate eccetera eccetera, mi aveva fatto provare la gioia della “paura di avere paura di svenire”.
Che palle!!!!! Che poi, il bello è, che non sono mai più svenuta (se non per cause fisiologiche post-operatorie). Però, trenta esami all’università ed il mio unico pensiero fisso era: “e se svengo durante l’esame, sai che figura che ci faccio?”. E quando mi sono sposata (in chiesa), tutta la cerimonia con la paura di svenire. Persino al funerale del papà della Nico, quasi due mesi fa, la mia sola preoccupazione era quella “e se svengo e gli rovino la cerimonia?.
Insomma, io con la Chiesa ho sempre avuto un rapporto travagliato. Inoltre, non sopporto l’odore dell’incenso ed in sostanza, le cerimonie mi sembrano un tantino ripetitive. Adesso ho la scusa buona per non andarci più: non capisco più niente, o quasi, di quello che il prete dice, a causa della mia ipoacusia neurosensoriale bilaterale medio-grave in discesa sulle frequenze alte. Meno male, perché non ne potevo proprio più! E poi mia mamma non c’è più a ricattarmi, anche se ci ha provato, in un altro modo, mio padre…ma senza successo.
E dopo, mio malgrado, proprio non ho proprio la “FEDE”. Questo mi spiace un sacco, perché credo sia bello credere alla vita dopo la morte, ai miracoli, al paradiso, ai santi ed alle madonne. Se la vendessero, in qualche ipermercato, la FEDE, la comprerei subito.
Io avrei bisogno di un bel miracolo, o no? Una guarigione miracolosa, tipo quelle di Padre Pio.
Comunque, in uno dei tanti ricoveri della mia mammina in Geriatria, conobbi una specie di santona od una specie di deficiente, giudicate voi, che predicava od era affiliata ad una pseudo-associazione che sfruttava il nome di Padre Pio.
Ricordo che a fianco del letto di mia madre, era stata ricoverata una nonnina di oltre novant’anni, che aveva avuto un ictus. La figlia, sui sessant’anni la assisteva e dal momento che era molto devota, aveva richiesto l’intervento di questa specie di santona, che sfruttava, evidentemente, la notorietà del Santo (anche se allora non lo era ancora) per un personale tornaconto.
Questa santona-deficiente, venne un pomeriggio e il suo arrivo, fu accompagnato da un’intenso “profumo di rose” (come fece in seguito notare un’altra povera paziente, evidentemente molto suggestionabile, pace all’anima sua, che non si era accorta che stavo spalmando la crema profumata sulle gambe della mia mammina).
La santona-deficiente, avrà avuto una settantina di anni, e appresi in seguito, si era “sacrificata”, ed aveva fatto voto di castità (così mi disse la figlia della novantenne, ed a dire il vero a me non parve sto gran sacrificio da parte sua, vista l’età e vista la faccia e tutto il resto….).
Comunque, la santona-deficiente, si chinò al capezzale della novantenne, e dopo averla guardata, si girò verso di me (che non centravo nulla) e mi disse: “La ghe nà par poco” (trad.:ne ha per poco!). E si girò ed usci.
Io allora ci sentivo ancora benissimo, ma non mi pareva vero avesse detto una cosa così mostruosa!!! Ma invece lo aveva proprio detto!
La santona-deficiente, era venuta per gufare, altro che balle!!!
Però, che soddisfazione, la mattina dopo!
Alla sua facciazza, la nonnina novantenne, nonostante l’ictus, si era ripresa benissimo, tanto che quando arrivai era sulla sdraio, che faceva colazione!
E spero sia rimasta minimo minimo altri dieci anni a scassare le palle al quella idiota di sua figlia ed alla cretina della sua amica santona-deficiente, che se ne andava in giro a sputtanare, abusivamente, i santi.
Ps: se qualcuno per caso sa, come si può fare per recuperare la FEDE (non quella nuziale, perché ce l’ho al dito), può contattarmi al mio indirizzo di posta elettronica. I Testimoni di Geova, tuttavia, non sono graditi. Grazie
BUONE FESTE
5 anni fa
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