Devo averla ereditata dalla mia mamma. Che piuttosto di organizzare unn cena per qualcuno, ti dava i soldi per portarlo al ristorante.
Non che fosse una nullafacente; anzi, ha sempre lavorato prima in fabbrica poi come parucchiera, fino a quando sono nata io ed ha iniziato a stare male. Altra riprova che i figli è meglio farli da giovani. Lei aveva 39 anni quando sono nata io. Evidentemente troppi.
Tanto premesso, e ritornando alla mia passione (?) per la cucina, sento l'esigenza di mettere per iscritto, quasi come una sorta di testamento (viste le mie merdose condizioni di salute) alcune mie memorabili sparate nel summenzionato campo.
Come dice il marito della mia amica Ari, la probabilità che una persona spari delle cazzate, è proporzionale a quanto parla. E siccome la lingua, a differenza di altre parti anatomiche, mi funziona ancora benissimo, ho un'altissima percentuale di probabilità di spararne a iosa. E la vita me lo ha sempre dimostrato. Anche se un pò mi secca dare ragione al marito della mia amica, visto che non siamo mai andati tanto d'accordo.
La mia totale negazione nel campo culinario era nota a tutte le persone che frequentavo. Due mie amiche compagne di università, assieme alle quali, nel bene e nel male, ho trascorso molte serate e nottate fino al giorno precedente la laurea, mosse da compassione nei miei confronti, una sera, avevano deciso di spiegarmi dettagliatamente come si realizza il famoso "tiramisù". E io, da brava ignorante in materia, avevo seguito con sincero interesse, tutte le varie fasi di esecuzione del dolce, che a dire il vero non mi sembravano poi così complicate. La mia amica Lory, dolce e bellissima compagna di studi, mi aveva spegato pazientemente tutte le fasi ed io ero contentissima di avere capito tutto, o quasi.
Perchè alla fine della sua esposizione, non sono stata zitta? Perchè non sono andata a fare un giro in giardino?
Ancora adesso mi domando cosa può avermi spinto a farle questa semplice, innocente, scontata, domanda: "OK. Ho capito tutto! E dopo, quanto lo devo mettere nel forno???".
Non potrò mai dimenticare, come, dopo avere fatto questa semplice, innocente, scontata e spontanea domanda, lei mi ha chiamato:
"Ma AAAAAAAAAnnnnnnaaaaaaammmmaaaaarrriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!".
Lo sò, è stata una domanda da deficiente!
Ma allora mica lo sapevo che il tiramisù è un dolce che non và cotto! Non ho frequentato la scuola alberghiera io.
Ed effettivamente, devo riconoscere che, in taluni campi, sono veramente di un'ignoranza vergognosa.
Non che ritenga cucinare una cosa deplorevole. E' che preferisco pulire il cesso, piuttosto di cuocere una bistecca.
E Giggino, il santo di mio marito, invece, ha ereditato dalla sua mamma (la suocera) la passione per la cucina. Così ci compensiamo. E' da 17 anni che siamo sposati, ed è sempre lui che cucina.
Io sono proprio partita male.
Dopo circa una settimana che eravamo sposati, sono finita al P.S. perchè mi sono infilzata il dito anulare con un coltello nel tentativo, vano, di aprire una scatoletta di tonno (il medico mi disse: o tagliamo la fede o tagliamo il dito).
Ed una volta, sono riuscita, nell'impossibile: ho fatto aderire una, chiamiamola così, frittata, alla padella antiaderente (ho usato il latte al posto dell'olio, perchè fosse più leggera e non sò che reazione chimica si sia scatenata e neanche Giggino lo ha mai ben compreso).
Ed un'altra volta, quasi ho incendiato la cucina perchè ho fatto il tè, mettendo la bustina nel tegame mentre era ancora sul fuoco, ed il cartellino che esce dal pentolino ha preso fuoco come la miccia di una bomba.
Ed un'altra volta stavo facendo il minestrone con la pentola a pressione. Giggino mi aveva detto di mettere dentro, assieme agli altri ingregienti, tre spicchi di aglio. E io, ad un certo punto, siccome non sono poi così ebete come sembra, l'ho chiamato e gli ho chiesto la differenza fra uno "spicchio" ed una "testa" di aglio.
Perchè ero stufa di pelare aglio.
Infatti stavo mettendo dentro nel minestrone tre teste di aglio e non tre spicchi.
Ma non sono mica scema! Il dubbio, infatti, mi era sorto.
E poi Gigginio è stato contento perchè ha avuto per mesi, spicchi di aglio già belli pelati!
Eh, sì, la mia è una passione che si è sviluppata nell'infanzia.
Quando mia mamma mi ha mandato nell'orto a prendere un pò di prezzemolo.
E io le ho portato la parte verde, sporgente dal terreno, delle carote. Che gli assomiglia molto, al prezzemolo, però pare non abbia lo stesso gusto.
Che dire ancora?
Penso di avere dimostrato ampiamente, quanto possa essere deficiente ed ignorante (nel senso letterale del termine) una persona, apparentemente, quasi normale.
Però ho delle altre virtù, anche se adesso, non mi viene in mente quali.
Amen
BUONE FESTE
5 anni fa
1 commento:
Ma grazie per avermi "portata" nel tuo blog.Mi inchino ai tuoi quadri! e alla tua ironia...(sono di Rovigo, e ...come Balasso....)
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