E la donna?
Insomma, stavo scherzando!
Adesso che sono impedita parzialmente nel lavoro a causa del buco che ho sull'osso sacro (trattasi di parallelepipedo di codeste dimensioni, così come si evince dall'ultima risonanza magnetica: cm. 7,5x3,00x4. Inoltre sull'ala sinistra dello stesso si è formata una frattura da "stress"), mi rendo conto che in effetti, non lavorare come prima di rompersi il culo (nel mio caso specifico) in effetti è un tantino UMILIANTE.
Quasi come essere costrette a farsi fare il "bidet" dall'infermiere di 40 anni, belloccio e con l'orecchino l’estate scorsa.
Quasi come suonare il campanello ogni volta che ti scappa e farti portare la padella dall’infermiere di turno. E poi restituirgliela dopo che hai fatto i bisognini.
Altro che balle!
L’UMILIAZIONE di non essere più in grado di fare le faccende domestiche, devo dire, è cosa facilmente superabile. Non c’è bisogno di ricorrere ad un antidepressivo. Le faccende domestiche, pur essendo indispensabili, sono un’attività che risulta indigesta a molte persone, anche molto sane, fortuna loro!
Ma non essere più in grado di lavorare, specialmente se uno prima ha tribolato tra studi, tirocini mal pagati o non pagati del tutto, clienti saccenti e insolventi, leggi, decreti, norme, squadre, tecnigrafi, rapidi, lucidi, fotocopie, computer, matite ecc.ecc., è molto avvilente.
Secondo il medico legale, con la lesione che ho sul sacro, ho un’invalidità del 90%.
Non posso stare tanto in piedi ed a stare seduta, è anche peggio.
Ovviamente risulta scontato che non posso e non potrò mai più fare tutta una serie di cose stupide come andare in bicicletta, sollevare dei pesi, spostare l’armadio, raccogliere le ciliegie, camminare sul tacco 12, fare addominali, rassodare i glutei, ancheggiare, andare in palestra, vangare l’orto, impastare la malta, scalare un ponteggio, saltare con l’elastico, fare paracadutismo, posare le piastrelle, fare le sfilate, diventare una velina, ecc.ecc.
Comunque ho cercato di organizzarmi in modo tale da potere racimolare qualche euro a fine mese, in aggiunta alla pensione di “inabilità” al lavoro che la cassa nazionale architetti ed ingegneri, si deciderà ad evolvermi, dopo avere analizzato il summenzionato parallelepipedo.
Pertanto in ufficio ho portato una poltrona in finta pelle nera che si può abbassare fino a diventare orizzontale come un letto. I piedi li posso appoggiare sul puff da 20 euro, sempre realizzato nello stesso materiale, oppure sulla scrivania.
Dietro la testa un cuscino a scacchi bianco e rosso, ed il computer posizionato su un vassoio di legno, ed appoggiato sui braccioli della sedia. In codesto modo riesco a lavorare ed a scrivere, ad esempio, un tot di cazzate come quelle in oggetto.
Insomma, mi sto organizzando, in attesa di una favolosa scoperta della scienza che mi faccia ricrescere il sacro.
Indispensabile per potere operare, un frigo a portata di mano o quasi, con bibite fresche e l’aria condizionata, potendosela permettere (consiglio a chi è nelle mie condizioni piuttosto di rinunciare alle ferie, alla carne di manzo, alla parrucchiera, al cinema, allo shopping anche se tra un po’ ci sono i saldi e lo so che è molto difficile….).
E’ dalla postazione di lavoro che stò scrivendo.
Mica male.
Una puntura di contramal, dù coefferalgan e via, verso una nuova vita, anche se magari un po’ sbindà!
Olè
BUONE FESTE
5 anni fa
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